martedì 3 dicembre 2013

1 Notizia, tante Domande - La Croazia ha deciso: «Il matrimonio è solo tra uomo e donna»

La Croazia, con il referendum di domenica, ha scritto nella sua Costituzione che il matrimonio è esclusivamente una «unione tra uomo e donna». Un voto che non ha precedenti nell’Europa a Ventotto.
A favore del «sì » si è espresso il 66% degli elettori. 


Evidente e determinante la mobilitazione della Chiesa cattolica che, dopo appelli pubblicati sui principali quotidiani nazionali, domenica attraverso le omelie di tutti i vescovi ha invitato i fedeli ad esprimersi
«a favore della definizione cristiana del matrimonio».
I promotori hanno sostenuto di essere stati spinti a questa iniziativa dopo che a maggio in Francia sono stati legalizzati i matrimoni gay, «per prevenire che lo stesso accada anche in Croazia». Con questa modifica della Costituzione la Croazia si unisce alla Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria e Bulgaria, i cinque Paese dell’Unione Europea che hanno già una definizione esclusivamente eterosessuale del matrimonio nelle rispettive Costituzioni.
Il primo ministro Zoran Milanovic, contrario come tutta la maggioranza socialdemocratica al quesito, ha definito «triste e inutile» questo referendum «che non è altro che una manifestazione di omofobia», mentre la stampa ha chiesto di rivedere la legge referendaria per impedire che «un quarto della popolazione possa modificare la Costituzione». Il governo ha pure annunciato, a spoglio appena concluso, che tra una o due settimane il suo governo presenterà una legge sulle unioni civili tra le coppie dello stesso sesso.
La legge prevede che alle coppie siano garantiti tutti i diritti di quelle sposate, ad eccezione dell’adozione dei minori.
Da registrare infine il polemico boicottaggio di tutta la stampa croata del quartier generale di "Nel nome della famiglia" dopo che domenica erano stati negati gli accrediti alle testate liberali e alla tv pubblica. (Avvenire 02.12.2013 Luca Geronico)


Notizia che suscita tante prese di posizione, come spesso accade su questo argomento, ma che lascia aperte e scaturisce tante domande.
La notizia ci fa capire anche che esiste una vasta diversità di opinioni su questo argomento e i vari modi di agire in diversi stati.
Come spesso accade però c'è il grido di alcuni, in questo caso dello stesso primo croato, all'omofobia, un grido che rischia di soffocare, di creare imbarazzo, paura a chi vuole esprimere la sua posizione, come hanno fatto i croati in questo referendum, posizione, che per le grida di alcuni, sembra una minoranza ma non lo è.
Allora fra le tante una domande su tutte; abbiamo paura di esprimere realmente ciò che pensiamo su questo argomento? Abbiamo così paura da allinearci con una falsa maggioranza? Abbiamo paura perché non vogliamo essere descritti come omofobi? I croati non hanno avuto paura, e noi? E tu? A voi risposte e tante altre domande.

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