Prendo spunto da un articolo apparso oggi, 12 novembre 2013, sul quotidiano Avvenire, che ci parla di un film, che però non è un vero e proprio film, ma la ripresa di una esperienza diversa, strana, particolare; un film che potrebbe annoiare, che non attira le folle, che non farà grandi incassi, ma che se visto, farà sicuramente meditare, pensare e forse provocherà tante domande in noi stessi.
Il film è la lettura continua, per due ore del vangelo di Giovanni.
"Abbiamo girato il film in una casa in campagna vicino a Columberia,
esposti agli elementi, sullo sfondo della natura, insomma nel Mondo, e in una sola giornata, dalla tarda mattinata al tramonto. L'intenzione non era quella di illustrare il testo del Vangelo, ma di interpretare quel particolare
momento in cui il testo sarebbe diventato ancora più presente. Alla fine della lettura, all'imbrunire, abbiamo avuto l'intuizione che qualche cosa di irripetibile era stato "fissato" sulla pellicola, nella coincidenza, direi quasi miracolosa, tra suono, resto e immagine."
Ecco il punto dove volevo arrivare, quante e quali domande può provocare la lettura, in questo modo di un vangelo, della Parola di Dio, in particolare del vangelo di Giovanni? Ma quante domande anche sul fare, proiettare, vedere un film che ci mostra tutto questo? Forse non vi capiterà mai l'occasione di vedere questo film, ma vi potrebbe capitare di leggere, o sentir leggere, magari non tutto, ma una parte di questo vangelo; allora, quante domande scaturirà? Oppure, che domande avresti rivolto tu a Giovanni, che ha scritto queste cose?
Anche oggi lascio a voi altre domande, chissà cosa salta fuori; buon lavoro.
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