La faccenda dell’omosessualità, sia chiaro, non ci riguarda». Per il tribunale minorile invece l’omosessualità conta, eccome. Ma, si legge nelle motivazioni, come sottolineatura quasi positiva. Il fatto che «i due componenti del nucleo
abbiano il medesimo sesso non può considerarsi ostativo. Ciò anche tenuto conto che, in assenza di certezze scientifiche – si spinge a scrivere il giudice – o dati di esperienza, costituisce mero pregiudizio la convinzione che sia dannoso per lo sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale».
Visto che l’affido può essere fatto anche da un singolo, che problema c’è se i singoli, come in questo caso, sono due?
«Peccato che sul provvedimento ci sia scritto nero su bianco 'coppia' – continua Pastore –. I due sono stati considerati come coppia, non come singoli individui. Altra incongruenza»....visto che la piccola ha vissuto in un ambiente prettamente femminile, si è pensato che il bilanciamento con una forte componente maschile potesse portare giovamento»
Anche oggi lo spunto ci viene da Avvenire di sabato 16 novembre 2013 (chissà perché, forse l'unico che ha il coraggio di trattare certi argomenti e in un certo modo), altra notizia che ci fa scaturire tante domande, questo poi è lo scopo di questa rubrica.
Lascio ognuno pensare a modo suo sull'argomento omosessualità, ma una domanda rimane aperta da questa notizia; dannoso o no per lo sviluppo del bambino vivere in una "famiglia" omosessuale? Positivo o negativo? Ma sopratutto, quali conseguenze ci saranno nella vita di questo bambino? E' una soluzione giusta, visto che è vissuto per tanto tempo con due donne, vivere ora per altrettanto tanto tempo con due uomini per bilanciare la cosa?
Nessun commento:
Posta un commento