sabato 9 giugno 2018

G-7, Conte pesca il jolly: la fortuna del principiante e la spalla diventa Trump (Il Fatto Quotidiano)

Chi s’aspettava che il professor Giuseppe Conte entrasse in punta di piedi sulla scena del G7, il più prestigioso ed esclusivo dei Vertici della ‘governance ’ mondiale, è rimasto senza dubbio spiazzato: 
il premier ha mutuato il linguaggio, se non la postura, dei suoi due tribunizi vice-premier  ed è stato esplicito negli incontri bilaterali e ‘d’area’ che hanno preceduto il Vertice. Ha cioè fatto quello che fonti di Palazzo Chigi avevano anticipato: con buona pace degli ‘sherpa, che avevano preparato l’appuntamento in conto Gentiloni’, e della consigliera diplomatica che
l’accompagna, l’ambasciatrice Mariangela Zappia, il premier vuole lasciare la propria impronta, all’esordio internazionale, forte della legittimazione popolare dei partiti politici che lo sostengono e dalla  fiducia del Parlamento.
La logica è quella di affermare la centralità dell’Italia e dei suoi interessi, dai dazi imposti da Trump sull’acciaio e l’alluminio europei alle sanzioni alla Russia, fino alla questione migranti, che al G7 non è esplicitamente sul tavolo.
“Cambiamo linea, ci mettiamo al centro”, insistono le fonti: di che, non è chiaro, perché giocare la carta dell’equidistanza Bruxelles-Washington, come certi input dall’Italia sui dazi suggeriscono, vuol dire trovarsi isolati in
mezzo all’Atlantico; e sposare la linea un po’ estemporanea di Trump sul ritorno della Russia nel G8, sganciandosi dai partner europei, espone a Conte fa “l’Americano” e la spalla diventa Trump La sintonia italiana pro-Russia. E gli altri europei evitano le critiche cambi di direzione bruschi. Intorno al professor Conte e al governo italiano, c’è curiosità: lo prova il fatto che nei briefing pre-Vertice ci sono più domande su di lui che sui temi dell’agenda. Il presidente del Consiglio comprensibilmente non è del tutto a suo agio. Il presidente della Commissione europea Juncker lo accoglie con le braccia al collo e due baci sulle gote e lui è visibilmente sorpreso; e dopo la foto di famiglia con gli altri leader, se ne resta solo soletto, con le mani in tasca, mentre gli altri fanno comunella – la Merkel rivolge persino la parola a Trump e i due ridono. POI, PERÒ, CONTE AGGANCIA nel parco Trump e posta una foto insieme su Instagram: il ghiaccio è rotto, il magnate gli dice “Avete riportato una grande vittoria…Sei il vincitore ”. A pranzo, il cerimoniale canadese lo colloca tra il presidente francese Macron e la premier britannica May. Quando ‘gioca in casa’, coi giornalisti italiani, Conte appare calato nella parte e determinato: certo, il linguaggio è un po’ aspro, poco o nulla diplomatico, non si capisce se per scelta o per mancanza d’esercizio: “Esprimo una posizione forte perché ho la legittimazione per farlo… Sono il portavoce di tutti gli italiani e il difensore dei loro interessi… Sui dazi, l’Italia avrà una posizione moderata... Quanto a un veto sulle sanzioni a Mosca, valuteremo…Siamo nella Nato, ma siamo anche attenti
all’impatto delle sanzioni sulla nostra economia...”. Nei colloqui con Juncker e con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, Conte manifesta “totale insoddisfazione” sull’andamento dei negoziati per la riforma del protocollo di Dublino, che riguarda la gestione delle richieste d’asilo. Juncker e Tusk lo invitano a Bruxelles, per riparlarne prima del Vertice europeo di fine giugno. E Juncker evita di cadere nella trappola in cui finirono alcuni suoi commissari: “Lezioni all’Italia? Amo l’Italia, non ho lezioni da darle”. Nella riunione pre-Vertice fra tutti gli europei, per collimare le posizioni su dazi e Russia, Conte mette un po’ d’acqua nel suo vino, perché molti leader ne escono con l’impressione che l’Italia giochi il gioco europeo. Ancora Juncker lo testimonia: “Ho l’impressione, da verificare, che l’Italia condivida le opinioni europee sugli scambi e i rapporti commerciali con gli Stati Uniti. Non vedo divergenze tra l’Italia e il resto d ll’Unione. L’Italia ha un ruolo importante, è la terza economia dell’Ue... L’Italia ha bisogno dell’Europa e l’Europa non è completa senza l’Italia”. 
GIAMPIERO GRAMAGLIA

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