venerdì 30 settembre 2016

Milano No-Slot è il progetto che tenta di contrastarne gli effetti, anche con una help line gratuita

In Lombardia, il paradosso della lotta al gioco d’azzardo sta tutto nei numeri.300 mila euro di finanziamenti da parte delle istituzioni locali per combattere le ludopatie contro i quasi due
miliardi incassati per l’utilizzo delle slot machine nell’anno 2015. 
A rivelare l’andamento del mercato dei giochi e delle scommesse è il rapporto dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli che incorona la Lombardia come prima regione per incassi e per numero di macchinette presenti sul suo territorio: 69.782. Dall’altra parte della barricata c’è un progetto, Milano No-Slot, che ha l’obiettivo di contrastare le conseguenze del gioco d’azzardo, fisico e online, sempre più diffuso tra gli anziani e i giovanissimi. 
L’help line gratuita messa a disposizione dal Comune di Milano ha raggiunto nei 10 mesi in cui è entrata in funzione 856 contatti. Circa 85 telefonate ogni 30 giorni. Un buon risultato per un’iniziativa di sensibilizzazione e comunicazione presentata nell’ottobre 2015, articolata in cinque progetti e finanziata dal Comune di Milano (50.000 €), dalla Regione Lombardia (200.000 €) e dall’Ast per Milano (altri 50.000€) per un totale di 700 Comuni e 300 istituti scolastici coinvolti su tutto il territorio regionale, un milione e 800 mila persone contattate, 32 mila studenti e 11 mila anziani informati nel solo capoluogo lombardo. «Regione Lombardia e Comune di Milano hanno dimostrato che le istituzioni, seppur di colore politico diverso, devono e possono agire con un solo obiettivo: il bene comune», ha detto Viviana Beccalossi, assessore al Territorio, Urbanistica e Città Metropolitana della Regione. 
I numeri di Milano  
Dal 19 ottobre 2015 al 19 agosto 2016 il 75% delle persone che ha telefonato all’help line 335.1251774 ha detto di essere un giocatore attivo, il 38% da almeno dieci anni, il 32% da meno di uno. Su 100 persone che hanno chiamato 72 erano uomini mentre l’82% dei famigliari che si sono rivolti al numero di Milano No-Slot per un aiuto erano donne.  
«Siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare sia sul fronte della prevenzione del gioco d’azzardo patologico sia su quello del contrasto agli interessi e alle attività», ha precisato l’assessore alle Politiche Sociali e Salute del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino. Per raggiungere questo obiettivo, due anni fa la giunta milanese ha emesso un’ordinanza di regolamentazione degli orari in cui poter utilizzare slot machine e video lottery: dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23, giorni festivi compresi. «Come assessorato in questi anni siamo stati molto attivi nel monitorare il fenomeno della diffusione di apparecchi su tutto il territorio comunale verificando il rispetto delle distanze minime dai luoghi sensibili come scuole, ospedali e chiese», ha spiegato l’assessore al Commercio Cristina Tajani. 
La rappresentante di Palazzo Marino ha ricordato inoltre che nel 2015 sono stati effettuati 880 verbali che hanno portato a 319 diffide e 72 sospensioni dell’attività da un minimo di un giorno di chiusura a un massimo di cinque. I provvedimenti hanno riguardato soprattutto il mancato rispetto dell’orario di esercizio delle oltre 7.000 macchinette presenti in 1.700 esercizi cittadini.  
Mancano gli incentivi  
Le difficoltà riscontrate nei primi 10 mesi del progetto Milano No-Slot sono state essenzialmente due: la poca informazione sul tema e il disinteresse da parte dei gestori delle macchinette a dismettere le apparecchiature. C’è stata effettivamente una disponibilità al confronto anche da parte degli esercenti cinesi ma la volontà, anche solo di esporre del materiale informativo contro le ludopatie, è stata piuttosto scarsa perché, lamentano i commercianti, mancano seri incentivi a modificare il business dell’attività. 
Gli introiti sono il motivo per cui non è facile per un proprietario di un bar fare a meno delle macchinette e stando al rapporto dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli sono proprio loro la principale fonte di guadagno nel mercato italiano del gioco e delle scommesse che vale complessivamente 88 miliardi di euro. Questo nonostante l’intenzione dichiarata dal governo negli scorsi mesi di voler ridurre del 30% in quattro anni il numero delle slot e video lottery in circolazione.

Nessun commento:

Posta un commento