venerdì 9 settembre 2016

Al via la Giornata internazione della Sindrome Feto – alcolica

Obiettivo dell’appuntamento mondiale, far conoscere alle future mamme i pericoli dell’alcol in gravidanza per evitare gravi patologie nell’infanzia e nell’età adulta
Si celebra oggi (9/9/2016) in tutto il mondo il FASD Awareness Day,
 la giornata cioè della consapevolezza della FASD (Fetal Alcol Spectrum Disorder), più nota come  Giornata della Sindrome Feto – Alcolica e dei disturbi correlati. Alle 09:09  in tutto il mondo suoneranno le campane in ogni fuso orario dalla Nuova Zelanda all’Alaska e saranno lanciati messaggi per la popolazione sui pericoli dell’alcol in gravidanza.
L’icona scelta per la campagna è l’immagine di un neonato che fluttua tra gli ingredienti di un drink alcolico. L’account Twitter ufficiale è Twitter.com/TYTD2014. La pagina Facebook dedicata si chiama inveceTooyoungtodrink (riferito ovviamente al bambino).
L’evento si ripete dal  9 settembre 1999, una data simbolica scelta in modo che il nono giorno del nono mese dell’anno, il mondo possa ricordare che durante i nove mesi di dolce attesa le donne dovrebbero astenersi totalmente dall’alcol, non esistendo una dose minima di consumo considerata sicura.
Una raccomandazione spesso misconosciuta e sottovalutata non solo dai comuni cittadini, ma anche dagli operatori che si occupano della salute della donna e del bambino, nonostante i numeri importanti del fenomeno.
Sono circa 70 milioni infatti le persone con disturbi connessi al consumo e all’abuso di alcol durante l’epoca gestazionale. I cosiddetti disordini feto-alcolici (Fasd) riguardano circa l’1% dei bambini negli Stati Uniti e almeno il 2% in Europa. Non solo patologie neonatali, ma anche disturbi dell’apprendimento, problemi comportamentali e malattie mentali.
Ma cosa sono esattamente i Disturbi dello spettro feto-alcolico?
A rispondere è il prof. Mauro Ceccanti, responsabile del CRARL (Centro di riferimento alcologico della Regione Lazio).
«La Sindrome Feto-Alcolica e gli altri disturbi correlati costituiscono una condizione malformativa complessa del neonato e del bambino, dovuta all’effetto teratogeno dell’alcol assunto dalla madre durante la gravidanza: l’alcol è infatti un tossico e colpisce il feto poiché passa direttamente dalla madre al bambino. Si manifesta con microcefalia, ritardo di crescita, anomalie facciali, malformazioni congenite, che possono manifestarsi con patologie di tutti gli organi ed apparati del corpo umano; alterazioni neurologiche e disturbi quali: iperattività, disturbi dell’attenzione, problemi di apprendimento, alterazioni delle abilità cognitive complesse. Gli effetti dell’alcol sul feto variano dall’assenza di danni fino all’aborto: l’insieme di questi effetti viene chiamato FASD.
I deficit cognitivi e comportamentali che il bambino può sviluppare come conseguenza dell’esposizione all’alcol in utero sono stati di recente inseriti nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders-Fifth Edition(DSM-5), alla voce dei Disturbi del Neurosviluppo associati all’esposizione intrauterina all’alcol e includono: anomalie nelle funzioni neurocognitive (livello cognitivo, funzioni esecutive, disturbi dell’apprendimento, nella memoria e nel ragionamento visuo-spaziale); difficoltà di autoregolazione (emotiva e/o comportamentale, dell’attenzione e nel controllo della risposta impulsiva); deficit nelle funzioni adattive (difficoltà di comunicazione, nelle abilità socio-relazionali, nelle abilità quotidiane e motorie».

Malattie che non riguardano solo l’infanzia, ma incidono pesantemente anche nell’età adulta, compromettendo la vita quotidiana e che da anni il CRARL cerca di combattere con un’intensa attività di ricerca e prevenzione. I bambini affetti da FASD, una volta divenuti adolescenti e adulti, hanno infatti una maggiore probabilità di sviluppare disabilità secondarie che includono problemi di salute mentale (90%), comportamenti sessuali non appropriati (49%), problemi con la legge (60%), basso profitto scolastico e abbandono della scuola (60%), problemi di tossico-dipendenza e dipendenza da alcool (33%). Non sono rari inoltre disturbi psicopatologici come disturbi d’ansia, depressione e idee e tentativi suicidari.
Qual è la dimensione del fenomeno in Italia?
«Il Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio, su finanziamento della Regione, ha effettuato il primo studio europeo che ha utilizzato una metodologia di accertamento attiva per stimare la prevalenza del disturbo» – risponde il prof. Ceccanti che aggiunge – «Lo studio è andato a ricercare i casi di FASD nella popolazione generale e ha dato luogo a risultati inaspettatamente alti rispetto a quanto finora ritenuto nel mondo occidentale: il 4,7% del campione analizzato è risultato affetto da un disturbo correlato all’esposizione all’alcol in utero. Facendo un’inferenza, considerando che ogni anno nascono in Italia circa 700.000 bambini, quelli con FASD sarebbero più di 30.000, di cui 5-6.000 con forme gravi e inabilitanti. A questi numeri occorre aggiungere i casi di adozione, soprattutto dai Paesi dell’Est Europa, aree in cui sono presenti bambini con FASD che non vengono riconosciuti e trattati adeguatamente».

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