venerdì 24 giugno 2016

«Non è vero che l’azzardo fa bene»

Undici associazioni insorgono contro la campagna pubblicitaria di noleggiatori e gestori di locali con le slot machine
PRATO. La campagna pubblicitaria promossa da noleggiatori e gestori di locali che ospitano le slot machine non è
piaciuta alle 11 associazioni impegnate nel tavolo partecipativo per la regolamentazione del gioco d'azzardo. Questa è la lettera che hanno inviato al Tirreno per spiegare le loro ragioni.
«Di recente nella nostra città - scrivono le associazioni - sono apparsi dei manifesti pubblicitari per iniziativa di alcuni operatori del settore del gioco che nel tentativo di un’impossibile legittimazione dell’azzardo hanno proposto all’attenzione dei cittadini i vantaggi che questo comporterebbe in termini di occupazione, in particolar modo giovanile. Il tutto proposto con l’immagine idilliaca di giovani sorridenti che trasmettono il messaggio fuorviante che l’azzardo produce solo benessere. La realtà che noi conosciamo, come molti altri cittadini che hanno a che fare con questo problema, è ben diversa».
«Se è vero che in Italia l’azzardo dà lavoro ad oltre duecentomila addetti, è anche vero che ha prodotto circa ottocentomila persone ammalate di gioco d’azzardo patologico; il che vuol dire ottocentomila famiglie rovinate, quindi milioni di persone che soffrono per la diffusione incontrollata dell’azzardo. A questi si aggiungono circa due milioni e mezzo di giocatori problematici, ancora non completamente malati, ma che già perdono ingenti somme. Il carico assistenziale che la cura di tutte queste persone e delle loro famiglie comporta è insostenibile da un punto di vista economico richiedendo cifre miliardarie. Molti di questi malati hanno perso il posto di lavoro a causa del gioco, e, se imprenditori, hanno chiuso aziende creando disoccupazione dopo aver dilapidato tutti i loro averi. Molti dopo aver esaurito le loro risorse economiche si rivolgono agli usurai perché non trovano più nessuno che presti loro i soldi. L’usura, come dimostrato dalle indagini giudiziarie, è in buona parte in mano alla criminalità organizzata, e ciò comporta gravi ricadute in termini di legalità. I suicidi sono quattro volte più frequenti fra i giocatori rispetto a quelli che non giocano. Molti omicidi e rapine sono collegati al bisogno di procurarsi il denaro necessario per giocare». 
«Abbiamo davanti dunque uno scenario di disagio sociale ed economico di una gravità sproporzionata rispetto al modesto vantaggio occupazionale del settore. Nel sottolineare questi aspetti, inaccettabili da tutti i punti di vista, non vogliamo criminalizzare il gioco d’azzardo, ma è doveroso evidenziarne, dati alla mano, la pericolosità se se ne lascia libera la diffusione e l’accesso. Senza cadere nel proibizionismo, riteniamo necessaria una stretta regolamentazione e ridimensionamento di questo fenomeno che purtroppo ci vede al primo posto nel mondo per spesa pro capite».
La lettera è
firmata dall’associazione Polis, la Fondazione Santa Rita, il Centro di Solidarietà di Prato, il centro di bioetica Gianna Beretta Molla, l'Oratorio S.Anna, l'associazione Cieli Aperti, il Ser.T. dell’Asl, l'associazione Libera, il circolo Arci Verdi di Casale, l'associazione La Lunga Domenica.
(tratto da iltirreno.geoloal.it)

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