Curare la dipendenza da internet? Oggi è possibile: ad esempio, ogni mercoledì mattina alle Molinette di Torino, i maniaci
del web possono accedere su prenotazione ad un ambulatorio specializzato. A dirigere il servizio, è il Prof. Donato Munno direttore del Dipartimento di Psicologia Clinica a cui fa capo il servizio, che spiega come questa dipendenza non sia quantificabile perchè troppo nuova e ricca di sfaccettature diverse. Coinvolge infatti gli appassionati di social network come Facebook, ma anche di videogiochi, giochi d’azzardo e videopoker. Stiamo parlando di IAD ovvero dell’Internet Addiction Disorder. Ansia, depressione, difficoltà a stare fermi, alterazione del ritmo sonno-veglia e soprattutto interruzione dei rapporti sociali sono i segnali pericolosi a cui bisogna prestare attenzione.
Questi suoi sintomi, comuni ad altri tipi di dipendenza, come la droga, sono difficili da trattare, proprio perchè si sviluppano in un contesto nuovo. Ma allora cosa fare? E se si abita lontano da Torino? Niente paura: a Roma un’altra struttura di questo tipo ha iniziato le terapie già dallo scorso novembre, presso il Policlinico Agostino Gemelli. In pochi mesi, tantissime richieste di aiuto. Il Dott. Federico Tonioni, psichiatra che dirige l’ambulatorio ci spiega cosa hanno fatto finora: un primo gruppo, costituito da ragazzi tra i 25 ed i 40 anni, consapevoli della propria dipendenza, ha già iniziato un percorso di recupero. Non può dirsi lo stesso però degli altri, il 90% di coloro che si sono rivolti alla struttura.
Sono giovanissimi tra i 13 ed i 20 anni, accompagnati per lo più dai genitori preoccupati dagli atteggiamenti di questi adolescenti. Data l’età non è possibile parlare di dipendenza e consapevolezza, ma solo di tratti psicopatologici mediati da internet. La loro mente, il loro pensiero, insieme al corpo: tutto è in evoluzione. Un uso smodato del web può condizionare l’andamento di questa trasformazione fisio-psicologica. Quello che preoccupa e che il dott. Tonioni sottolinea, è il grande distacco intergenerazionale con i genitori: una totale non-comunicazione. Questa situazione è probabilmente dovuta alla velocità con cui da 0 a 5 anni gli attuali adolescenti hanno vissuto la tecnologia. La loro mente si è strutturata diversamente rispetto alla nostra.
I genitori sanno dare un nome alla droga, ma non riescono a spiegarsi questadipendenza: si preoccupano nel vedere i loro figli dormire l’intera mattinata e svegliarsi alle tre del pomeriggio per accendere il computer. Sono ragazzi che non riescono più ad andare a scuola, non dormono mai, perdono i contatti sociali. Scatta automaticamente il controllo ossessivo da parte di mamma e papà, i rimproveri, le punizioni. Care mamme (e papà) vi riconoscete in queste descrizioni? Se si sappiate che state facendo la cosa più sbagliata. Allora quale è il giusto comportamento?
Ci consiglia il Dott. Tonioni :”Un atteggiamento di questo tipo tende a creare un ulteriore distacco. Piuttosto, se fanno ancora in tempo i genitori devono cercare di recuperare un dialogo. Spesso è difficile anche per noi terapeuti. I ragazzi che stiamo seguendo non riescono neppure a guardare negli occhi l’interlocutore”.
L’importante però è capire cosa si intende per dipendenza. Personalmente ho conosciuto dei quindicenni che andavano a dormire alle 5 di mattina per giocare su internet, ma non hanno sviluppato una patologia. E’ lo stesso dott. Tonioni a tranquillizzarci: “Se dopo anche 8 lunghe ore di web si sente il desiderio di uscire con gli amici, di andare al cinema o di stare in famiglia a chiacchierare è tutto ok! Il webin questo caso non ci è nemico”. Comunque per maggiori informazioni ed appuntamenti è possibile contattare la mattina i seguenti numeri del Policlinico A. Gemelli di Roma: 06 301 54 122
(tratto da salute.poufemme.it)
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