lunedì 13 luglio 2015

Otto italiani su dieci non sanno che il fumo passivo provoca il cancro

La campagna di sensibilizzazione sul tumore del polmone che sta girando l'Italia ha fatto tappa, il 9 luglio, a Napoli, presentando dei dati che fanno riflettere. 
Otto cittadini su dieci non sanno che il fumo passivo può provocare la malattia.
Una diffusa ignoranza che preoccupa, visto che la metà (il 49%) ammette di accendersi spesso una "bionda" in presenza di bambini. E per il 43% smettere con le sigarette non riduce il rischio di sviluppare questa patologia.
Difficile da credere, ma è proprio così. Lo dicono i risultati del sondaggio condotto dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) su oltre 3 mila cittadini. L'indagine è stata presentata all'Istituto nazionale tumori Fondazione "G. Pascale" di Napoli e fa parte della campagna itinerante promossa dall'Aiom con il patrocinio della Fondazione "Insieme contro il cancro" e dell'associazione di pazienti Walce (Women against lung cancer in Europe), e con il supporto di Boehringer Ingelheim.
In Campania il tumore del polmone colpisce ogni anno circa 3.820 persone e 40 mila in tutta Italia. Come spiegano gli esperti, i fumatori in Campania sono il 22,9% della popolazione, un dato superiore alla media nazionale, il 20,9%.
«Ricordiamo che respirare sigarette, proprie e altrui, determina il 90% del totale dei tumori del polmone. E il fumo passivo è un importante fattore di rischio, che aumenta fino al 30% le probabilità di sviluppare la malattia», sottolinea Nicola Normanno, direttore del Dipartimento di ricerca dell'Int Fondazione "G. Pascale" di Napoli. .
L'Aiom ha realizzato anche un'indagine fra i propri soci e in tutti i centri di oncologia della Penisola sono stati diffusi due opuscoli informativi: uno sui danni del fumo passivo (e attivo), da distribuire anche negli ambulatori dei medici di medicina generale, l'altro su come affrontare al meglio questa neoplasia, destinato ai pazienti e ai familiari.
«Il 25% della popolazione italiana è esposto ai rischi del fumo passivo» aggiunge Alessandro Morabito, direttore dell'Oncologia medica toraco-polmonare del Pascale, secondo il quae bisognerebbe estendere i divieti antifumo a tutti gli ambienti chiusi o troppo affollati come automobili, spiagge, stadi e parchi. «Solo così è possibile difendere la salute di tutti i cittadini, specialmente delle persone più a rischio, come le donne in gravidanza e i bambini».
Notizie sportive quotidianamente aggiornate

Nessun commento:

Posta un commento