In psicologia, le dipendenze includono
disturbi associati a difficoltà nel controllo dei desideri e del
comportamento.
(1) disagio psicologico nella gestione
delle esperienze di desiderio intenso (craving),
(2) difficoltà a evitare comportamenti
dannosi.
L’oggetto del desiderio è qualcosa di
gratificante (almeno nell’immediato). Gli oggetti e i comportamenti possono
variare da persona a persona. Possiamo avere un problema con l’uso di sostanze (alcol,
nicotina, cannabis, cocaina ecc…), problema di abbuffate e alimentazione incontrollata (cibo),
problema con attività (es. gioco d’azzardo, videogiochi,
comportamento sessuale, ecc…).
comportamento sessuale, ecc…).
All’inizio prevale il piacere e la
percezione di avere controllo, nel tempo si trasforma in una necessità cui la
persona non riesce a rinunciare. In questo modo la dipendenza psicologica si
instaura gradualmente. Per esempio, inizialmente le persone possono bere un
bicchiere di vino o giocare d’azzardo per gusto e piacere. Queste attività se
nel breve termine sono piacevoli, nel medio termine generano disagio
psicologico. L’alcol rende euforici ma il giorno dopo l’umore è più irritabile.
Il gioco offre adrenalina ma poi genera
problemi economici. Lentamente i problemi di salute, di disagio psicologico,
economici, conflitti nelle relazioni causati dall’attività o dalla sostanza
aumentano.
A quel punto si può instaurare il circuito
della dipendenza psicologica: la persona per fuggire dalle preoccupazioni si
immerge nuovamente nell’attività che li ha generati (bevo per dimenticare i
problemi che mi ha causato l’alcool, gioco per vincere i soldi che il gioco mi
ha fatto perdere).
Questo è il circuito in cui la persona può
trovarsi intrappolata.
Da un punto di vista psicologico, la persona può:
Da un punto di vista psicologico, la persona può:
§ non essere consapevole dei danni che si sta procurando
oppure
§ esserne consapevole ma non riuscire a controllarsi.
In generale, i problemi del desiderio e
del controllo degli impulsi condividono alcune caratteristiche che sono
indipendenti dall’oggetto o dall’attività:
1.
forte desiderio verso
l’uso di una sostanza o la pratica di un’attività (craving);
2.
dalla percezione che
questo desiderio sia incontrollabile;
3.
dalla tendenza ad
assumere la sostanza o praticare l’attività nonostante le conseguenze negative
che produce,
4.
uso dell’attività o
della sostanza per staccare la mente da preoccupazioni o stati di disagio.
Le componenti psicologiche che sostengono
questo circolo sono:
Pensiero
desiderante: discutere con sé
stessi circa le ragioni valide che permettono di concedersi l’attività o l’uso
della sostanza. Questa attività arriva a convincere le persone che in quel
momento (1) non vi è alternativa, (2) i danni o le ripercussioni sono minime,
(3) è possibile riprendere il controllo in un altro momento, (4) si è in pieno
diritto a uno svago o a una gratificazione.
Percezione di scarso controllo:rappresenta l’idea di possedere uno scarso controllo
del proprio comportamento o che gli impulsi producono l’azione come se
esistesse qualcosa dentro di noi più forte di noi.
Giustificazioni: spesso la dipendenza cresce nell’ombra. Le
persone la nascondono sotto il tappeto: minimizzano i danni, negano di farne
uso, sottolineano di averne pieno controllo, trovano giustificazioni. Queste
strategie servono alla coscienza della persona per non entrare in contatto con
il dolore psicologico che la realtà impone: vedere quanto sto facendo male a me
stesso e agli altri e soprattutto difendersi dall’esperienza del senso di
colpa.
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