Lo spunto ce lo da Avvenire di oggi, giovedì 6 febbraio 2014 (link all'articolo), ma quasi tutti i quotidiani riportano la notizia.
Dal Rapporto del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia (link); tra le tante cose si fa riferimento agli abusi sessuali all'interno della chiesa cattolica, ma non è di questo che vorrei parlare.
In questo rapporto, l'ONU dichiara di essere preoccupato per le "le dichiarazioni passate
della Santa Sede sull'omosessualità hanno contribuito alla stigmatizzazione sociale e la violenza contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) adolescenti e bambini sollevata dalla stessa- coppie omosessuali. "
La domanda sorge spontanea e in questo caso coinvolge non solo la chiesa cattolica, ma chiunque, religioso o no, che abbia un parere diverso da quello esposto dall'ONU: essere contrari a relazioni LGBT, anche di bambini, come indica in questo rapporto, significa stigmatizzare, mettere un marchio negativo? Possibile che uno non sia più libero di esprimere la sua posizione, in questo caso addirittura il suo credo religioso, per non arrivare a dire che per lui è un insegnamento divino, sentendosi addirittura in colpa?
Forse arriverà un giorno che dovremo chiedere all'ONU di fare una dichiarazione per difendere coloro che verranno stigmatizzati per non poter essere "normali"; ops scusate, non so se si possa dire normali, volevo dire eterosessuali (Relativo al sesso opposto • Come s.m. e f., l'individuo che sessualmente si sente attratto esclusivamente dall'altro sesso; contrapposto a omosessuale. [Comp. di etero- e sessuale].), non lo dico io lo scrive il dizionario Devoto-Oli.
Domande tante!!!
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