Sempre più schiavi dello smartphone Connessi 24 ore su 24 alla rete
Costantemente connessi. In bilico tra whatsapp, controllo delle email, aggiornamenti di stato Facebook,
foto da postare su Instagram, gestione dei follower su Twitter e paura di perdersi
qualcosa che sta succedendo nel mondo. Siamo gli zombie dell'era smartphone, sempre più ingobbiti, con lo sguardo fisso rivolto allo schermo e l'incapacità di interessarsi al contesto reale. Le interazioni offline si stanno assottigliando in maniera inversamente proporzionale al tasso di stress, e in molti si chiedono come sia possibile uscirne. Negli Stati Uniti la psichiatria se ne sta occupando già da anni, mentre in Italia il fenomeno della «dipendenza digitale» non è ancora socialmente accettato. Nonostante questo, fioccano articoli di approfondimento sul tema, sintomo che anche nel Belpaese si sente ormai l'esigenza forte di staccarsi dai propri device, per immergersi di nuovo nella vita vera. Il fulcro del problema sembra essere l'inabilità a «vivere il momento», a causa della costante preoccupazione di cristallizzarlo e renderlo eterno con l'ausilio di uno scatto fotografico, un tweet o un messaggio in chat. Ne parla accuratamente lo psichiatra David Greenfield nel suo portale www.virtual-addiction.com. Ora, esistono delle strategie semplici per scampare alla trappola dell'iper-connettività? Nel libro «Il potere di adesso» Eckhart Tolle spiega come arrendersi al presente - al fatidico «momento» - e come accedere a una sorta di pace interiore partendo dall'attivazione del corpo. Concentrarsi su un'attività che coinvolga gambe e braccia, come una passeggiata all'aria aperta o uno sport da praticare più volte a settimana, sembrerebbe una buona soluzione per distogliere l'attenzione da quel flauto magico che oggi chiamiamo iPhone. E per gli anti-sportivi, come fare? Innanzitutto è importante capire la «gravità» della situazione stilando un elenco preciso delle ore dedicate a ciascuna delle attività online. Subito dopo, è bene mettere delle regole. Ogni progresso va segnato su un diario, così da evitare recrudescenze e rimanere in riga. Vacanze e fine settimana, inoltre, andrebbero arricchiti da un totale allontanamento - anche fisico - da telefoni, tablet e notebook, e da una furbissima organizzazione di svaghi e hobby. Le cosiddette «condotte di evitamento» (trucchi che si utilizzano anche durante le diete alimentari per evitare abboffate) vanno affiancate, poi, alla creazione di nuove abitudini, che, in pratica, sostituiscano le vecchie e malsane routine di ossessione digital. Quanto alla sveglia, ad esempio, sarebbe meglio procurarsene una di quelle classiche, così da non dover prendere in mano il telefonino appena alzati, ma riuscire almeno ad arrivare al caffè. Venendo alla questione posta elettronica, gli esperti consigliano di gestirla scaricando le email in arrivo solo tre volte al giorno in orari prestabiliti (mattina presto, primo pomeriggio e fine giornata). Per quanto riguarda l'accesso alla casella dell'ufficio, invece, va messa la regola di non accedervi dopo l'orario di lavoro. Se, diversamente, non avete orari di lavoro perché liberi professionisti o freelance, cercate di auto-imporveli, sennò rischierete di "impazzire" in brevissimo tempo. Un'ulteriore raccomandazione concerne la mania tutta contemporanea del multitasking: mentre si va in bagno si leggono le notizie dalla timeline di Facebook e si parla con gli amici in vivavoce. E nel mezzo della preparazione della cena si postano video su Instagram e si scaricano canzoni da iTunes. Whatsapp, ovviamente, rimane in testa alla classifica delle app più invasive. Basti pensare alle scene che si vedono quotidianamente nei ristoranti, con i commensali che non si guardano più in faccia perché intenti a «messaggiare» con i partner (o più spesso con gli amanti). Per restare forzatamente senza connessione, infine, esistono diverse app che bloccano lo smartphone per un periodo di tempo da voi scelto: siete pronti a farlo? Se solo l'idea vi terrorizza, date un'occhiata al sito Lopsicologodiinternet.it, che suggerisce, tra le altre cose, di evitare l'utilizzo dei device ai semafori e di procurarsi un orologio da polso per controllare l'ora senza servirsi del telefono mobile. Avete davvero voglia di capire con esattezza quanto siete dipendenti? Contate le volte che prendete in mano i vostri apparecchi tecnologici senza che ci sia una ragione valida per farlo o un'azione vera da portare a termine. In casi gravi, potreste sempre ricorrere al NoPhone, il telefono finto per mantenere solo la gestualità.
(tratto da iltempo.it)
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