sabato 30 aprile 2016

Aspettativa vita cala: meno fumo, più grassi, no prevenzione

È la preoccupante analisi che emerge dal rapporto annuale di Osservasalute, l'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane. 
La spesa sanitaria pubblica è passata dai
112,5 miliardi di euro del 2010 ai 110,5 del 2014, si legge, e la contrazione ha coinciso con una lenta ma costante
riduzione dei deficit regionali, conseguita però in gran parte tramite il blocco o la riduzione del personale sanitario e il contenimento dei consumi, misure che, spiegano gli esperti, difficilmente potranno funzionare ancora nel futuro. Precari anche i livelli essenziali di assistenza, con prestazioni che dovrebbero essere garantite a tutti i cittadini ma che, nella realtà dei fatti, non riescono sempre ad applicarsi. Un investimento maggiore in prevenzione che, secondo la Lorenzin, deve partire dai "corretti stili di vita: mangiare in modo sano, evitare il consumo di alcol, no al fumo e alle sostanze stupefacenti, eseguire vaccinazioni e screening secondo i consigli della scienza".La Campania, spulciando i dati dell'Osservasalute, non solo peggiora la già mediocre aspettativa di vita, ma vede un calo di fecondità, diminuita tra il 2002 e il 2015 dell'8,2% mentre in Italia risaliva del 9,4%. L'andamento tendenziale si rileva in tutte le regioni, all'interno delle quali, comunque, l'indice più alto di longevità si registra nella provincia di Trento (81,3 anni per gli uomini e 86,1 anni per le donne). Al secondo posto si trovano invece le malattie cerebrovascolari come trombosi e ictus, responsabili del 10% dei decessi totali con 61.255 morti. I dati del calo dell'aspettativa di vita media degli italiani fanno il paio, come detto in precedenza, con quelli che ci vedono fanalino di coda in Europa per le spese dedicate alla prevenzione. Certo anche da una campagna di prevenzione all'Aids alcune agenzie di comunicazione sono state capaci di trarre profitti illeciti, ma nulla in confronto ai guadagni stratosferici delle multinazionali farmaceutiche che producono antiretrovirali e che grazie all'inerzia di chi ci governa aumentano ogni anno il numero dei loro clienti affezionati di 4.000 unità. "E se è vero che l'Italia ha uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, questo vale però solo per una minoranza di italiani". Un po' più salutisti. A confermarlo, il rapporto Osservasalute riferito all'anno 2015. Nel 2014 invece la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne. Nel 2014, la quota di fumatori tra la popolazione veneta di età superiore ai 14 anni è pari al 16,7% (valore nazionale 19,5%). E un po' più sportivi. Per quanto riguarda le cause di morte più frequenti, i dati più recenti citati nello studio si fermano al 2012. Cala la sedentarietà: nel 2014 i sedentari sono circa 23 milioni e 500 mila, pari al 39,9% degli italiani. Erano 24 milioni e 300mila (41,2%) nel 2013. Nel 2013 era stato stabilito il raggiungimento del 95% della copertura entro i 2 anni di età per le vaccinazioni obbligatorie. I cambiamenti climatici fanno male alla salute, soprattutto se si abbattono su una popolazione sempre più anziana come quella italiana. Negli over 65 la copertura antinfluenzale in nessuna regione raggiunge i valori considerati minimi (75%) e ottimali (95%) dal Pnpv. Quadro critico per l'anti-influenzale: tra gli ultra 65enni, nell'arco temporale 2003-2004/2014-2015 la diminuzione ha raggiunto il 22,7%, passando dal 63,4% al 49 per cento. Anche per quanton riguarda l'aspetto finanziamenti. 
(tratto da algheronewsitaly.com)

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